sabato 15 agosto 2015

La Doll-House

La casa era bassa e di legno, sdraiato su un letto morbido, osservavo il soffitto, un intreccio di bambù disegnava strani origami che mi facevano ricordare un gioco che facevo da bambino con un filo di cotone, bisognava intrecciare questo filo e, senza distruggere il disegno l'avversario doveva... Il mio pensiero fu interrotto dal fruscio della porta scorrevole che si aprì lentamente, voltai il viso dalla parte del rumore e la vidi. Rossa di capelli, formosa, indossava un chimono legato in cintura, camminava leggera senza emettere nessun suono, si accostò al letto e chinandosi, avvicinò la sua bocca alla mia. Un bacio leggero e delicato, sbattè le palpebre un paio di volte e i suoi occhi color nocciola mi osservarono in maniera strana, poi, senza dire nulla, sollevò il leggero lenzuolo che mi copriva.
Il suo sguardo si staccò dal mio viso e si portò sul mio corpo martoriato di ferite, tornò a guardarmi e il suo viso si illuminò in uno dei più generosi sorrisi che io abbia mai visto.
"Rimani sdraiato" mi disse, ubbidiente attesi che gli eventi accadessero come in un film in bianco e nero della miglior tradizione russa, Lenti, e silenziosi.
Avvertii lo scrociascere dell'acqua, quando, dopo aver immerso una spugna in una bacinella, la strizzò lasciando che l'acqua in eccesso ricadesse nel contenitore in ceramica. Poi, delicatamente, iniziò a lavarmi, fu un momento intenso, non saprei dire quanto durò, io mi limitai a guardarla, restando immobile, di tanto in tanto il chimono si apriva lasciandomi intravedere le forme sinuose del suo corpo, poi richiudendosi mi faceva solo attendere una nuova visione.
Quando ebbe finito quel fantastico rituale, si chinò nuovamente su di me e mi baciò nuovamente, poi in un sussurro mi disse, "ora sei pronto".
Sfortunatamente si trattò solo di un sogno, infatti, quando aprii gli occhi ero nuovamente in quello strano posto dove ero riuscito a trovar riparo la sera precedente, il sole, appena sorto si mostrava ancora rossastro e la brughera brulicava di insetti famelici pronti a pasteggiare sulle carogne che avrebbero trovato la morte di lì a poco...

venerdì 14 agosto 2015

Un giorno da automa

I giorni di festa a volte lo fanno, pensandoci, improvvisamente ci si sente un po' in trappola, compressi tra tradizioni e gestualità, siamo costretti a ricoprire un copione che molto spesso non è nostro. E così, quello che doveva essere un giorno "di festa" diventa un giorno "da automa", uno dei giorni più faticosi dell'anno...

giovedì 13 agosto 2015

Il progetto rubato - Seconda parte

La ragazza e Pierangelo Bonomelli attraversarono la strada ed entrarono le palazzo disabitato. Non riuscirono a stabilire se fosse ancora in costruzione oppure un ecomostro abbandonato da tempo. Videro le scale e si avvicinarono, dal pianerottolo spuntò una testa, i due occhi scuri li guardarono e poi, l'uomo iniziò a sparare, mira precisa, malgrado avesse un'arma di poco conto mirò alle gambe della donna.
Pierangelo, poco esperto, decise di nascondersi e lasciar fare alla professionista che sparò con precisione colpendo l'uomo al busto, poi un'altro colpo dello straniero andò disperdendosi sul pavimento. La ragazza esplose un altro colpo dalla sua arma e questa volta il tiro fu micidiale. Il polpaccio dell'uomo esplose e questi cadendo a terra ruzzolò per qualche gradino gridando di dolore.
Quando la ragazza raggiunse l'uomo per interrogarlo riuscì solo a constatare la sua morte.
I due, salirono le scale, e dopo essere arrivati al secondo piano, videro a terra una stuoia e dei rottami, entrambi non riuscirono a capire cosa stava costruendo o distruggendo l'uomo. Poi continuarono a salire, raggiunto il quarto piano guardarono il palazzo della Chiesi, esattamente di fronte alle finestre dove i malviventi erano entrati per fare il colpo, ma in terra nessuna traccia che potesse far pensare a qualcuno passato di recente, poi salirono ancora. Raggiunto il tetto li investì l'aria fresca del mattino, da lassù godettero di una magnifica vista, l'autostrada era poco trafficata, e le vie limitrofe completamente deserte, di sotto, le guardie continuavano a fare la solita ronda.
Non avendo trovato nulla scesero nuovamente e tornarono verso il palazzo della Chiesi e qui incontrarono il netrunner.
"Allora?" chiese Pierangelo.
"I filmati sono stati manomessi, ma qualcosa ho saputo, c'è un negozio in via Buffolara che vende armi e elettronica di vario genere, penso che i l'organizzazione malavitosa abbia fatto acquisti proprio lì. E voi?".
A parlare fu la ragazza "abbiamo trovato un ostacolo che è stato rimosso" sorridendo.
"Poi?" chiese ancora Giancarlo curioso.
"Poi, una stuoia e dei rottami" chiuse il discorso Pierangelo.
"Avete raccolto il materiale?"
"Veramente, no" disse la ragazza guardando lo scheletro del palazzo alle loro spalle.
"Vado a recuperarli e andiamo" disse il netrunner.
"Io vi precedo in moto" e salutando Pierangelo lo lasciò solo.
Il corporativo si avvicinò alle guardie "sapevate che c'era un tizio nel palazzo di fronte?" disse con non curanza.
"Veramente..."
"Ora non c'è più, ma se fossi in voi andrei a controllare" e mentre diceva questo il netrunner fece ritorno "si tratta sicuramente di un drone, andiamo".
I due salendo sull'auto del Bonomelli sfrecciarono per le vie deserte di Parma e raggiunsero la periferia dove c'era in negozio. La ragazza era già davanti alla vetrina che li aspettava.
Entrarono e la commessa, una giovane donna sulla ventina gli sorrise, era molto appariscente, alta poco più di un metro e ottanta portava un bichini striminzito degli stivali con la zeppa e sul corpo tantuaggi si illuminavano a seconda dei suoi movimenti.
Da una parte del negozio, un signore distinto stava guardando delle attrezzature mediche.
"Salve" disse Giancarlo "per caso riparate dei droni? Mio cugino ne ha distrutto uno l'altro giorno" disse mentendo.
La ragazza, appariscente ma molto sveglia capì immediatamente che l'uomo stava mentendo e così accampò una scusa "certo, ma... ma se ne occupa un mio collega che ora è fuori".
"Possiamo aspettarlo?" disse nuovamente il netrunner guardando le scansie dove oggetti di ogni tipo erano esposti con i prezzi.
"Avete bisogno di altro?"
"Si vorrei sapere cosa costa un cyberdeck" disse nuovamente Giancarlo.
La ragazza passò una mano sulla superficie del bancone e un video a led si illuminò mostrando l'elenco del materiale custodito nel magazzino "si tratta di un oggetto molto caro, si aggira intorno ai 2000".
Giancarlo scosse la testa "e usato?".
"Per trovarlo usato dovete andare in via Giolitti, in fondo alla strada c'è un capannone, là trovetere tutta la rantumaglia che volete, ma attenzione al padrone, ha talmente tanti impianti che il suo carattere ha subito delle mutazioni ed è piuttosto instabile".
Nel frattempo Pierangelo accostatosi all'uomo distinto lo riconobbe "lei è il medico, sì quello che l'altro giorno era sul giornale".
"Sì" si limitò a dire l'uomo "avete sentito dei quattro morti alla Chiesi?"
"Già, brutta storia".
Un ragazzotto fece il suo ingresso nel negozio, parlottò con la commessa che poco dopo indicò Giancarlo.
"Avevate bisogno?" chiese.
"Sì" tirando fuori dallo zaino un pezzo del drone "mio cugino..." spiegando in maniera sommaria cosa era successo al drone e mentendo spudoratamente.
"Il drone è sicuramente riparabile ma risulterà molto costoso".
Il ragazzo, incalzato dal netrunner disse che il velivolo era di ottima fattura, ci si potevano aggiungere dei gadget piuttosto interessanti che subito fecero immaginare ai tre che potesse essere stato impiegato per il furto.
"... potrebbe arrivare a costare anche una 50.000 se completo di tutto".
"E per caso ne avete venduti ultimamente?".
"Sì, la settimana scorsa due e i due tizzi hanno speso parecchio includendo anche armi".
Insospettito il corporativo si avvicinò al bancone "chissà cosa avevano in testa?!" disse sbirciando il monitor che ronzava sul bancone.
"... non saprei proprio, solitamente non chiediamo mai".
Il cellulare del chirurgo squillò e una voce femminile gli disse che il dottor Chiesi aveva da dargli un incarico. Doveva contattare un certo Giancarlo Ugolotti e accordarsi con lui. Massimiliano ripeté ad alta voce il nome del netrunner e quando chiuse il cellulare lo guardò "a quanto pare Chiesi vuole che lavoriamo insieme".
Giancarlo, per nulla convinto storse la bocca "mhmhmh" poi anche il suo telefono squillò e una voce registrata gli disse che doveva accordarsi con un certo Massimiliano Catone, chirurgo "penso possa venirvi utile in caso di sparatorie".
"Va bene, in effetti..."
La killer si accostò alla scansia delle armi e chiese informazioi riguardanti un fucile "un buon fucile" disse la commessa scostandosi dal bancone e lasciando a Pierangelo il tempo di guardare la lista "droni e armi venduti... la fattura è intestata alla Cybercrick" lesse veloce.
"Possiamo anche andare" disse andando verso la porta.
"Sì, passiamo da casa mia, prendiamo alcune informazioni e poi via verso il capannone della rantumaglia" disse Giancarlo sorridendo.
I quattro uscendo dal negozio salutarono i due commessi e poi si diressero alla casa del netrunner poco distante.
"Io devo passare da casa, voglio cambiare armi" disse la ragazza.
"Fai pure, io guardo cosa potrebbe essere questa scheda e poi andiamo, ci vediamo in via Giolitti".
Fu semplice per il netrunner reperire le informazioni utili "scheda di riconoscimenti della ditta cybercrick di sesto livello, addetto alla sicurezza e ripulitore affari esterni" disse ad alta voce leggendo le informazioni che passavano sullo schermo.
"Bene, possiamo andare".
Ripresa la macchina, raggiunsero il capannone. Via Giolitti era una viuzza stretta costeggiata da villette bassse, alcune delle quali visibilmente in stato di abbandono, cartelli affittasi o vendesi erano appesi ovunque.
Nel cortile del capannone quattro uomini attempati stavano discutendo sull'attrezzatura per costruirsi una radio potente "comunicheremo con l'America" stava dicendo uno quando gli passarono accanto.
All'interno del capannone c'erano tavoli disposti ordinatamente sui quali oggetti di vario genere erano esposti senza i prezzi.
Dietro ogni tavolo un uomo o una donna si affaccendava a dare spiegazioni e vendere la merce assegnata. Più dietro un uomo sulla cinquantina era seduto scomposto su una sedia, l'occhio destro, bionico si muoveva veloce su e giù, poi cambiava e il suo movimento divenne orizzontale, imbraccio teneva una lupara degli anni sessanta.
Il gruppo seguì Giancarlo che voleva comprare il cyberdeck e il lettore di schede.
Per il primo oggetto dovette contrattare con il commesso, e alla fine spuntò un prezzo decente, per il lettore di schede la faccenda si complicò quando la donna dietro al bancone spiegò che c'erano due modelli, il primo aveva una memoria interna ed era piuttosto costoso, il secondo, quello provato dal netrunner che risultò funzionante, era senza memoria ma molto meno caro.
Giancarlo decise di scucire i 50 sacchi che gli sembrarono una cifra ragionevole.
Nel frattempo il chirurgo si intrattenne con una giovane infermiera in cerca di occupazione nel settore privato, ella, molto carina cercò di ammiccare pensando di potersi ingraziare l'uomo famoso che però restò sulle sue fino all'arrivo della killer "forse ho trovato quello che stavate cercando" indicando con gli occhi un banchetto che stonava rispetto agli altri della sala.
La ragazza, aveva seguito il netrunner nei suoi acquisti e poi aveva assistito ad una piccola scaramuccia tra un acquirente e un venditore. A quanto pare quelli dietro al bancone, malgrado non lo dessero a vedere avevano armi sufficienti e adatte per difendersi in qualunque modo. La disputa si accese per via del prezzo troppo alto di un tester, il punk insisteva per avere un prezzo più basso e ad un certo punto tirò fuori dalla tasca della giacca un coltellino serramanico minacciando il commesso che restò tranquillo "sono 25 eurodollari e non di meno" disse portandosi veloce la mano alla tasca del lungo grembiule.
Il ragazzotto allungò la mano dove teneva il coltello ma fu troppo lento e pochi secondo dopo il suo corpo iniziò a tremare, poi dalla sua bocca uscì una schiuma bianca e si stava accasciando a terra quando il suo vicino lo prese tra le braccia "scusate, scusate" disse trascinandolo fuori.
Poi, dopo aver assistito a questo siparietto il suo sguardo venne colpito da una rastrelliera di armi bianche, due uomini in giacca e cravatta stavano contrattando con il commesso.
"Andiamo" disse la ragazza a Massimiliano spingendolo verso le armi antiche.
Un giovanotto, teneva in mano una catana "voi mi garantite che è originale?" chiese e il commesso tirò fuori un attestato "certo signore" poi i due si misero d'accordo sul prezzo che risultò a cinque cifre. Il ragazzo tirò fuori dalla tasca interna del doppiopetto un portafogli gonfio e prese le banconote richieste e fu allora che i due giunti dietro di lui lo riconobbero.
Alle loro spalle, qualche banco più indietro Pierangelo vide un uomo con cui aveva già lavorato in precedenza, questi gli fece un segno convenuto e i due uscirono dal capannone.
"Ti avrei chiamato" disse l'uomo abbassando poi il tono della voce "ho un affare per le mani piuttosto interessante, si tratta di fare soldi, tanti soldi".
Pierangelo ascoltò senza fiatare.
"Nei prossimi giorni dovrei avere tra le mani dei documenti scottanti che se venduti alla persona giusta possono valere parecchio, tu hai sempre i contatti giusti, potremmo metterci in affari".
"Certo, di che si tratta?"
"Progetti medici, per l'esercito, si tratta di un respiratore".
"Mhmhmhm, interessante, e quanto ci si dovrebbe fare?".
"Un cinquantino" disse l'uomo guardandosi attorno.
"Mi pare una bella cifra. Quando avrai l'oggetto?".
"Tra un paio di giorni dovrei avere novità".
"Allora ci vediamo sotto Garibaldi lunedì prossimo a mezzogiorno in punto. Io avrò sicuramente trovato il compratore e tu spero abbia l'oggetto in questione".
"Sicuro... ma mi raccomando acqua in bocca".
"Certo, fidati".
Poi l'uomo salutò frettoloso e si diresse verso una berlina e richiusa la portiera abbandonò il parcheggio del capannone.

Sogno o Incubi?

A volte i più bei sogni si possono tramutare nei peggiori incubi. A te la scelta, ma ricorda più ti immergerai nell'incubo e più difficile sarà ritornare in superficie. Buona giornata!

mercoledì 12 agosto 2015

Il progetto rubato - Prima parte

Quando il netrunner rientrò dal solito giro serale, trovò sulla segreteria telefonica un messaggio stringato "L'ingegner Chiesi vuole vederla nel suo ufficio domani mattina alle nove. Mi raccomando sia puntuale, se non si presenterà, l'incarico a lei assegnato sarà assegnato ad altro netrunner".
Giancarlo Ugolotti, aveva da poco terminato un altro lavoro e viste le finanze misere rimaste sul suo conto, aveva giusto bisogno di un nuovo lavoro. Il datore di lavoro, era famoso e ricco, quindi c'era da sperare che anche il lavoro potesse essere remunerativo.
Nello stesso istante anche altri due individui ricevettero lo stesso messaggio. Il primo era un giovanotto intrallazzato un po' ovunque, aveva raggranellato una mezza fortuna ed era solito spenderla per sfoggiare nuovi abiti firmati e frequentare gente alla moda. Quando sentì il messaggio sul suo viso si dipinse un sorriso sornione "soldi facili" si disse tra sé e sé, sicuramente avrebbe accettato il lavoro.
L'altra pesona contattata dalla segretaria del dottor Chiesi fu un killer, venivano chiamati "solitari" agivano per conto di corporazioni oppure, all'occasione diventavano guardie del corpo di personaggi in vista in visita a Parma. Appena sentito il messaggio, controllò le sue armi che fossero in ordine, poi si preparò per andare a letto. Sarebbe partita presto al mattino, in moto avrebbe evitato il traffico cittadino.
Il mattino seguente i tre si presentarono in una viuzza del centro che alcuni decenni prima era stata teatro di situazioni molto losche legate alla prostituzione e alla droga, ora, il governo reggente, aveva deciso di istituire il coprifuoco serale e un servizio militarizzato di polizia, quindi la delinquenza, almeno quella più visibile era sparita.
La donna arrivò davanti al palazzo in stile liberty puntuale, parcheggiò la sua moto e percorse gli ultimi metri a piedi. All'ingresso, per pochi secondi, scorse un buono ben vestito che subito dopo scomparve all'interno del palazzo.
Arrivata davanti alla porta diede una rapida occhiata alla pulsantiera del citofono, la luce della telecamera si accese, non fece in tempo a dire il suo nome che già la porta stava scattando "primo piano".
Quando fu entrata, salì le scale, e poi si accostò al giovanotto che aveva visto entrare in precedenza "anche tu qui?"
L'uomo d'affari la degnò di un leggero sguardo poi, visto che la porta si stava aprendo fece un passo avanti preparandosi a varcare la soglia.
Il netrunner, appiedato dalla sua moto arrivò qualche minuto dei primi due, salì le scale ed entrò nell'appartamento riccamente arredato.
"Buon giorno, l'ingegnere vi sta aspettando" disse la ragazza che li aveva accolti all'ingresso.
I tre senza indugiare oltre avanzarono nel corridoio poi fecero il loro ingresso in una stanza molto spaziosa. Dietro una scrivania in mogano sedeva un ometto basso e tracagnotto, il suo corpo, non più giovane era fasciato da un gessato Armani alla bocca aveva una sigaretta elettronica che emanava un fumo bianco dolciastro.
"Sedetevi" disse addocchiando tre sedie poste vicino alla scrivania.
I tre, come indicato dal signor Chiesi si sedettero e attesero istruzioni.
"Vi ho fatto chiamare perché dalle informazioni che ho raccolto, voi siete le persone adatte per risolvere un problemino che è accaduto la notte scorsa. Dall'ufficio brevetti è sparito un importante documento e voi dovrete assolutamente recuperarlo prima che questo prenda il volo. Mi intendente vero?".
I tre annuirono, poi iniziarono le domande alle quali l'ingegnere rispose con cortesia e puntualità, "per altre informazioni, vi invito a recarvi alla sede della ditta, là troverete il  direttore tecnico addetto alle ricerche e altri, che sapranno dirvi di più sull'accaduto. Per facilitare il vostro ingresso e permanenza all'interno della Chiesi vi darò dei passy".
L'uomo si alzò, frugò in una scansia e tirò fuori tre tessere magnetiche "ecco, fatene buon uso".
I tre presero i budge e poi, dopo aver salutato uscirono dall'ufficio.
Arrivati davanti alla Chiesi, videro immediatamente un gruppo di uomini armati che presidiavano l'ingresso e di tanto in tanto facevano la ronda intorno al palazzo.
Bastò mostrare la tesserina magnetica per farli passare senza domande. Nella hall, una ragazzina poco più che quindicenne li accolse un un gran sorriso, alcuni tatuaggi sulle braccia affusolate della ragazza si illuminarono prendendo tonalità di colore differenti.
"Sono stata avvertita del vostro arrivo" sempre sorridendo e mostrando due brillantini posti sugli incisivi "al primo piano troverete il dottor Cristian Dioni, che vi darà alcune informazioni utili, al quarto piano, invece, potrete vedere la scena del crimine. Vi avverto ci sono quattro morti e ancora la scientifica al lavoro".
I tre si avvicinarono alle cabine degli ascensori e dietro di loro la ragazzina disse con voce mogia "dovrete fare le scale".
Il palazzo tutto vetri e metallo, salendo offriva una vista dei dintorni, la zona industriale si era allargata fino a lambire l'autostrada, unico neo, un palazzo forse in costruzione, forse abbandonato che copriva una parte della visuale.
Quando raggiunsero il primo piano il dottor Dioni, probabilmente avvertito dalla ragazza al pian terreno, era già sul pianerottolo. Li salutò cordialmente e rispose alle loro domande. Il netrunner chiese se ci fossero dei dispositivi di sicurezza e si fece mostrare il tubo contenente il progetto rubato. Gli altri due si limitarono a prendere appunti mentalmente e a farsi un'idea di chi e quanti potessero essere gli esecutori di tale opera.
Raggiunto poi il quarto piano, i tre si divisero, il corporativo guardò le finestre da dove erano penetrati i ladri, mentre la ragazza fece alcune domande agli uomini della scientifica per avere informazioni sulle possibili cause della morte dei quattro uomini in terra.
Dopo aver raccolto anche quelle informazioni, mentre il netrunner disse che avrebbe preso informazioni dal circuito interno di sorveglianza, gli altri due decisero di scendere, chiedere alcune cose alle guardie e poi dare un'occhiata in giro.
"Hai visto quel palazzo?" chiese l'uomo alla ragazza "sì, secondo me potrebbe essere un buon punto di osservazione, che ne dici se andiamo a darci un'occhiata?".
I due attraversarono la strada ed entrarono nel palazzo fatiscente proprio accanto alla sede della Chiesi.
Cosa li attenderà in quel palazzo decadente? E nel frattempo il netrunner cosa avrà scoperto riguardando i video della sorveglianza?
Il mostro uscì all'improvviso e con un balzo fu sul nano. Il chierico, tentando di liberarsi da quei tentacoli si rotolò a terra e la creatura ebbe la meglio inchiodandolo al terreno. "Adesso sei mio" disse con voce lugubre. Buona giornata.

martedì 11 agosto 2015

"Un nuovo ritrovato della tecnica" stava dicendo l'uomo col camice bianco mentre i due passeggiavano in giardino "vedete, le cimici, sono sorpassate, ora abbiamo veri e propri insetti che volando sopra le nostre teste ci spiano".
Khellendrox si guardò attorno, l'estate stava per finire, il prato, per mancanza di pioggia, aveva assunto un colore giallognolo e alcune piante avevano iniziato a perdere le foglie. Poi, posata sull'erba vide quella che si potrebbe definire una zanzara. Le sue ali vibravano e il capo rivolto verso il terreno si muoveva impercettibilmente. Era troppo grande per essere una zanzara "viva" e quindi il nano, istintivamente portò la mano destra alla fondina. L'ingegnere vide il gesto e posò a sua volta la mano su quella del nano.
"Non occorre" disse sorridendo.
"Quello sarebbe il nuovo prototipo?" chiese Khellendrox seguendo Marcus verso l'insetto.
"No, quello è già in commercio da tempo, probabilmente ne avrai vista qualcuna svolazzare intorno a te e chissà, magari ne hai anche distrutta una o due".
"Se questo fosse successo me ne sarei accorto, non crede?" disse Khellendrox incredulo fermandosi a una mezza dozzina di passi dalla zanzara.
"Non credo, al tatto sono identiche ai fastdiosi insetti che succhiano il sangue nelle notti estive".
"Affascinante, e quindi, quali sono le sue potenzialità?"
Marcus prese un palmare dalla tasca del gremiule e lo accese. Lo schermo si illuminò mostrando il logo della corporazione, poi, comparve l'immagine del prato "la zanzara ora sta guardando il prato" disse iniziando a far scorrere le dita sul cristallo del palmare l'immagine si ingrandì e comparvero delle scritte "possiamo analizzare la composizione chimica del filamento di erba e anche se è stato calpestato da qualcuno nelle ultime dodici ore. Quindi prendere l'impronta e analizzarla".
Khellendrox scosse la testa poi sottovoce "è praticamente un detective al cento per cento" esclamò.
"La chiamiamo apposta unità investigativa, ma può fare anche altro".
"E quanto mi costerebbe?"
"Forse non mi sono spiegato bene, non siete qui per comprare il gingillo, vi ho fatto chiamare perché i documenti relativi al progetto sono spariti".
"Ah, quindi devo recuperare il tutto prima che sul mercato nero arrivino questi insetti?".
"Molto prima" replicò il tecnico.
"Avrete sicuramente delle immagini, delle prove, qualcosa" disse Khellendrox immaginando di doversi guardare filmati di telecamere inserite negli occhi di chissà quale diavoleria, o di webcam affogate nelle pareti della stanza dei prototipi.
"Ho finito proprio ora di inviarti tutti i dati e in più ti darò quattro dei miei esemplari di zanzara tigre, si confondono anche con le comuni zanzare tropicali che girano di giorno, potrai usarle a tuo piacimento".
Il nano premette un pulsante sulla manica della camicia e un visore di pochi pollici si illuminò "ok, posta ricevuta", poi lesse le prime righe della prima email ricevuta "tre giorni? Ma voi siete matti!"
"Abbiamo fatto i conti che occorrono tre giorni per cercare un compratore, e poi il progetto può essere sviluppato, ma questo non deve accadere".
"Stasera avrete mie notizie" si limitò a dire Khellendrox mentre spegneva il video.
"A stasera allora..." Marcus stava per dire altro ma si limitò a portare le dita alla bocca e a fischiare.
Il nano strinse la mano al tecnico poi, risalendo il vialetto guardò ancora per un istante la zanzara che era docilmente posata sul prato "un'ultima cosa, quando avrò i miei esemplari di zanza?".
"Li avete già" sorrise Marcus "sono stati consegnati al vostro ufficio un paio di minuti fa".
"Ben fatto" disse il nano, alzò la mano destra e poi disse alcune parole sottovoce, la portiera della vettura parcheggiata a bordo strada si aprì con un leggero ronzio e Khellendrox prese posto alla guida.


Nulla è peggio di un cambiamento repentino, se poi volge al meglio, sembra sempre che sia riuscito a soddisfare i nostri capricci e invece, molto spesso, nasconde insidie peggiori di quelle che ci siamo lasciati alle spalle. Fu così anche quella volta, Khellendrox, quella mattina uscito dal suo nascondiglio notturno, si ritrovò a camminare silenzioso in una vallata che sembrava aver cambiato volto, il volto era solo un effimero trucco, sotto quella pace e tranquillità si nascondeva un insidia ben peggiore e presto, il nano, ne avrebbe fatto le spese...

lunedì 10 agosto 2015

Notte di San Lorenzo

Notte di San Lorenzo, in tutte le epoche le stelle cadenti sono state viste come un segno, un presagio, un modo per avere la certezza che le divinità volessero comunicare con il loro umile servo. Anche questa notte si ripete il rito, e come è già accaduto anche stasera le nuvole potrebbero offuscare questo spettacolo celeste. Tutti noi siamo tentati di esprimere un desiderio, anche i più scettici, si mettono a naso in sù e incrociando le dita senza farsi vedere, scrutano il cielo nell'attesa di vedere una scia luminosa attraversare quel piccolo campo visivo. Anche io non sfuggo a tale rito, e così, magari non prorio stasera, ma una delle sere prossime è probabile che vediate un nano in armatura completa che vaga per le campagne o magari lo vedrete già posizionato con la testa verso l'alto, a rischio torcicollo, a guardar le costellazioni e cercare tra le stelle fisse un segno, una scia, un movimento e rapido, prima che scompaia sussurrare qualcosa. I desideri non si dicono a nessuno, neppure quando si sono già realizzati. Ma spero che anche voi, come me, abbiate in cuor vostro, magari non uno, ma tanti desideri che, un po' tornando sprovveduti possiate esprimere mentre la scia luminosa attraversa il cielo sopra la vostra testa. Se ciò non dovesse accadere, conservate tali desideri, presto o tardi è possibile che qualcuno di questi si realizzi, magari senza che abbiate visto una stella cadere da qualche parte.

L'inizio di una nuova settimana non deve spaventare. E' la mente che plasma il nostro piacere o dispiacere, il resto scorre sempre identico alle nostre spalle per poi affiorare e vivere all'interno della nostra esistenza.

domenica 9 agosto 2015

"Giorno di festa. Bisognerebbe che tutti potessero avere un giorno per non pensare, un giorno da dedicare alle persone care" pensa il nano restando nel nascondiglio, la notte, malgrado il caldo ancora molto intenso è passata tranquilla, con il solito occhio aperto e uno chiuso. Ma ora lo aspetta un nuovo giorno e Agosto è ancora lì in attesa, invisibile lo attende per pungerlo e farlo impazzire...