sabato 29 agosto 2015

Buongiorno!

Non c'è miglior risveglio di aver la consapevolezza di essere ancora vivi. Voi penserete che sia così ogni mattina, ma non tutti hanno questa fortuna, e quindi "eccoci qui, una nuova giornata ha inizio". Affrontando così le insidie che l'ambiente, il fato e le necessità ci daranno il classico filo da torcere in questa giornata di fine agosto.

giovedì 27 agosto 2015

Il progetto rubato - Terza parte


Una volta usciti dal capannone del mercato nero, decisero di cercare un locale dove poter ascoltare la voce della strada. Pierangelo Bonomelli, guardò di sfuggita una piccola agendina e il suo volto si illuminò.
"Possiamo andare nella zona ex-Salamini, lì ci sono diversi locali dove gli uomini che contano si ritrovano per chiacchierare di cose più o meno amene".
Gli altri non fecero obbiezioni. Pierangelo Bonomelli, salì sulla sua Bmw nuova fiammante, insieme a Giancarlo Ugolotti e Massimiliano Latorre, guidò lentamente fino alla prima periferia. Basse abitazioni presero il posto dei palazzoni, alcune di queste sembravano disabitate da tempo, altre, a giudicare dai giardini ben curati, erano abitati da gente di un certo livello.
Proseguendo sulla via principale, i tre occupanti notarono la comparsa di capannoncini che costeggiavano la strada, poi l'insegna di alcuni esercizi commerciali e infine riconobbero l'ingresso dell'area tristemente famosa per la presenza di gente malfamata.
Sonia Deville preferì prendere la moto e così facendo arrivò appena un po' prima dei tre.
All'ingresso riconobbero alcune prostitute che, annoiate, stavano osservando i pochi automobilisti che passavano sulla via Emilia. Cercarono di attrarre l'attenzione di Pierangelo, ma egli, svoltò entrando nell'area industriale.
Cercando un parcheggio vide quattro uomini vestiti malamente riscaldarsi vicino ad un bidone metallico dentro il quale avevano acceso un fuoco.
Dalla parte opposta due poliziotti stavano discutendo animatamente con una donna di mezza età dai tratti orientali.
Una volta parcheggiata la Bmw, i tre scesero e raggiunsero Sonia "Eccoci" disse Massimiliano.
Pierangelo, dopo un cenno di saluto si avvicinò ai poliziotti facendo finta di nulla tentò di ascoltare la loro conversazione. Il tono era sommesso e così riuscì a captare solo alcuni tratti del discorso. Sembrava che la donna avesse infranto una qualche legge e i due tutori la stavano sgridando.
Pierangelo si disinteressò di loro e passò in rassegna i quattro barboni, si avvicinò e offrendo loro un eurodollaro a testa, gli chiese se potevano dare un'occhiata alla sua macchina. Uno dei quattro, vedendo la moneta luccicante assicurò l'uomo d'affari che la sua auto non avrebbe subito neppure un graffio.
Allora, il Bonomelli, si accostò ancora di più al portavoce dei quattro e allungando un'altra moneta gli disse con voce sommessa.
"Dovreste manomettere la gomma di quella moto".
Il barbone guardò la moto, poi scosse la testa "consideratelo fatto".
Massimiliano e Giancarlo si avvicinarono a Pierangelo che nel frattempo si stava allontanando dai quattro uomini.
"Andiamo" disse guardando poi un'auto che stava entrando nell'area, sulla quale riconobbe un suo collega scommettitore in borsa.
Sonia guardò i barboni probabilmente intuendo qualcosa, poi, vedendo i tre uomini avanzare verso l'interno dell'area ex-Salamini li raggiunse "andiamo a divertirci?".
"Ci possiamo provare" disse ridacchiando Giancarlo.
La prima traversa che incontrarono era piuttosto buia, intravidero tre donne che stavano danzando al ritmo di musica probabilmente ascoltata attraverso delle cuffiette. Poco più avanti, due uomini erano molto vicini tra loro e stavano parlottando sommessamente. Il chirurgo si fermò a guardare le tre donne e rimase incantato dalle loro movenze e dai loro corpi sinuosi che si muovevano mostrando praticamente tutte le loro grazie.
Gli altri tre sorpassarono i due uomini senza dar loro troppa importanza, si trattava sicuramente di due spacciatori intenti a scambiarsi roba.
Raggiunsero il locale, l'insegna era illuminata e recava la scritta "Pool". La porta si aprì di scatto ed uscirono due uomini e due donne.
Erano ben vestiti e sorseggiavano dei cocktail. Uno degli uomini mostrava senza problemi sotto la giacca firmata una rivoltella di grosso calibro, l'altro, un giapponese, aveva il fodero di una catana che gli pendeva dal fianco destro.
Le due ragazze, ben vestite, portavano gioielli di un certo valore, guardarono i tre che stavano per arrivare e quando l'uomo con la pistola parlò, fecero alcuni passi indietro e rientrarono nel locale.
"Come mai da queste parti?".
Massimiliano Latorre staccò gli occhi dalle donne e guardandosi attorno notò i tre amici chiacchierare con i due uomini e così decise di raggiungerli.
"Volevamo divertirci un po'" rispose Pierangelo.
L'uomo armato di catana, posò lo sguardo su Sonia poi riconobbe il chirurgo al quale aveva venduto una delle sue preziose spade.
"Le ragazze ci stanno aspettando, rientriamo".
I due uomini diedero un'ultima occhiata ai quattro e poi silenziosi voltarono loro le spalle e rientrarono nel locale.
"Simpatici" si limitò a dire Giancarlo
"Ma l'avete riconosciuto?" chiese Massimiliano
"Certo, certo, ma ora entriamo".
Il locale, malgrado fosse ancora presto, era piuttosto affollato. Quattro ragazzotti giocavano a bigliardo, due si muovevano forsennatamente su delle pedane che si illuminavano ritmicamente, sulla loro testa spiccava un caschetto per la realtà virtuale.
Un unico tavolo era occupato da otto persone quattro dei quali erano quelli che avevano visto in precedenza.
Al bancone un uomo stava sorseggiando una birra e al suo fianco una donna dall'età indefinibile teneva in mano un bicchiere contenente del liquido bluastro, al suo fianco, appoggiato al bancone teneva un fucile della seconda guerra mondiale che sembrava ancora funzionante.
I quattro si accostarono al bancone. Pierangelo chiese un whisky e il barista vedendolo interessato a spendere un po' di soldi si offerse di fargli assaggiare un whisky riserva invecchiato 50 anni. L'uomo d'affari, malgrado il prezzo piuttosto alto accettò e ne ordinò due bicchieri.
Giancarlo si accontentò di una vodka mentre Massimiliano e Sonia non ordinarono nulla.
Gli uomini al tavolo stavano parlando del più e del meno, poi il loro discorso cambiò improvvisamente.
"Alla Chiesi, un vero incubo, ci sono stati dei morti, e non parlo di morti sul lavoro, ma morti di attentato terroristico".
"Sì, sì, sentito, ma sentite questa, ho trovato un drone, Vicino alla massicciata della vecchia ferrovia, nuovo, con i numeri di serie cancellati, devo provarlo ma se dovesse funzionare, come credo, ci farò delle riprese stupende".
A quelle parole Massimiliano, Pierangelo, Sonia e Giancarlo si inorecchiarono ma con l'ingresso della segretaria di Chiesi il tavolo si azzittì.
La ragazza si avvicinò al bancone e salutò i quattro messi a libro paga dal proprio padrone, poi rivolgendosi a Raffaele di Costanzo gli disse "ti interessa un lavoretto facile facile?".
L'uomo la guardò con aria interrogativa.
"Cinquemila saranno tutti tuoi".
A quelle parole il suo sguardo si illuminò "ma certo".
"Allora parla con loro" poi parlando con gli altri "ci vediamo domani alle undici, puntuali" e senza aggiungere altro andò verso il tavolo occupato e si sedette accanto alle due donne parlando con loro.
Seguirono le presentazioni e poi, sedendosi ad un tavolo si fecero portare da mangiare, nel mentre spiegarono per sommi capi quale fosse la missione affidatagli dal magnate della ditta medica.
Una volta terminato la cena, pagarono il conto e uscirono.
Una volta fuori dal locale, Pierangelo camminando al fianco di Raffaele gli disse "vedi quei quattro? Uno di loro ha fatto un danno alla moto di Sonia, vediamo se hai fegato".
Pierangelo alzò un braccio e uno dei barboni rispose al cenno "è lui".
Raffaele senza pensarci su due volte, raggiunse i quattro assiepati attorno al bidone dal quale continuava ad uscir del fuoco "cosa hai fatto? Come ti sei permesso" prendendolo per la collottola e minacciandolo. L'uomo non tentò neppure di difendersi, venne trascinato di peso dietro un vicolo e qui, al buio, Raffaele prendendo il coltello lo freddò colpendolo ripetutamente all'addome e lasciandolo poi esanime nel vicolo.
"Tutto fatto" disse affiancandosi al Bonomelli che sorrise.
Una pattuglia della polizia transitò in quel momento, entrando nel vicolo.
"Sarà bene andare".
Tutti salirono sui loro mezzi e raggiunsero le loro abitazioni.
Giancarlo mise la scheda dentro il lettore per cercare di estorcerne il contenuto. Sapeva che ci sarebbe voluta tutta la notte e così andò a dormire fiducioso.
Al mattino controllò che il decifratore avesse fatto il suo dovere e poi, salendo sulla moto andò all'appuntamento in borgo delle Colonne.
Sonia arrivò puntuale e così anche Massimiliano. L'unico che ebbe un piccolo inconveniente fu Pierangelo, la sua Bmw non ne volle sapere di mettersi in moto anche dopo aver rabboccato il serbatoio con una tanica di carburante. Quindi dovette accontentarsi di prendere un mezzo pubblico, arrivando comunque in orario all'appuntamento.
La segretaria, come al solito gli accolse con un sorriso, poi li indirizzò nello studio del dottor Chiesi che li stava aspettando.
Il dirigente volle sapere le novità, poi offrì loro un anticipo sul compenso visto il lavoro svolto egregiamente, quindi lì esortò ad agire, i tempi potevano essere piuttosto risicati.
Quando uscirono dalla sede della Chiesi andarono a casa di Pierangelo.
Giancarlo fece vedere cosa aveva trovato nel badge dell'uomo ucciso da Sonia.
"Abbiamo modo di replicarlo, quindi avremo accesso agli uffici della Cyberclick, ma prima dobbiamo tornare dal tragattino, devo comprare una stampante per fare le vostre tessere d'ingresso".
Massimiliano disse che avrebbe cercato il modo per camuffarsi e così anche gli altri.
Una volta tornati in via Giolitti, entrarono nel capannone che stranamente era poco affollato. Giancarlo intavolò una trattativa con un ragazzotto che stava dietro al bancone della tecnologia e riuscì a spuntare un prezzo decente sulla stampante e su 25 tessere vergini.
Sonia comprò una pistola fatta di un polimero non rintracciabile dal metal detector. Pierangelo trovò il modo per risolvere il problema dell'auto e la concessionaria che era andata a ritirarla qualche ora prima gli diede buone nuove e l'assicurò che avrebbero portato la Bmw funzionante vicino al magazzino.
Massimiliano, comprata una utilitaria salutò gli altri e si diresse fuori città per farsi fare una maschera.
Raffaele e Sonia decisero di comprare dei semplici camuffamenti.
Giancarlo salutò tutti e andò a casa a preparare i badge, Sonia e Raffaele si diressero verso il centro per studiare l'esterno della sede della Cyberclick.
I cinque si ritrovarono in borgo Paglia e Giancarlo diede loro la tesserina magnetica personalizzata poi passò sotto l'arco e qui una voce robotica lo fermò "Pass prego".
L'informatico alzò la mano destra tenendo in mostra il proprio badge, poi proseguì sorpassando un pozzo finto che stava in mezzo al cortile interno della villa, qui venne fermato da un robot cingolato, ancora una volta mostrò la tesserina e il robot lo fece passare.
Una volta dentro lo stabile, una ragazza l'accolse sorridendo "desidera?".
"Sono il tecnico, dovrei vedere il server" disse brevemente Giancarlo.
La donna indicò delle scale che scendevano e l'uomo dopo un cenno iniziò a scendere "avete bisogno che chiami il nostro tecnico" disse la ragazza.
"No, no, non occorre" rispose Giancarlo continuando a scendere.
Dopo aver sceso i gradini si ritrovò davanti una porta e con suo rammarico il badge non gli consentì di aprire quella porta, quindi a malincuore dovette chiedere aiuto.
Il tecnico arrivò poco dopo e gli aprì la porta, poi lo lasciò lavorare.
Giancarlo si concentrò sui bilanci e trovò senza fatica un fondo nero che mostrava le cifre incriminate.
Gli altri, nel frattempo, decisero di entrare...



Buongiorno!

Non sempre riusciamo a far tesoro di tutte le esperienze che ci capitano. Spesso i segni che portiamo più o meno nascosti è facile dimenticarli, e così capita che gli errori commessi si riaffaccino nella nostra vita e noi, poco avvezzi al ricordo, ci ricadiamo dentro pur avendo i mezzi e l'esperienza per evitare nuovi errori...

mercoledì 26 agosto 2015

Buongiorno!

La tempesta calò d'intensità, e il guerriero sentendosi oramai al sicuro uscì dal suo nascondiglio. Il terreno fradicio di pioggia pullulava di piccole creature che sguazzavano nelle pozzanghere come bambini festanti. Camminò svelto per non affondare nel fango e finalmente raggiunse una zona rocciosa, salì su un'altura e da lì guardò il panorama. Era l'alba di un nuovo giorno...

martedì 25 agosto 2015


Non confondere la leggenda con la voce popolare, in entrambe c'è un fondo di verità ma il popolo vive ciò che racconta mentre il menestrello si arricchisce con ciò che declama... Buona giornata!

Recensione: Mission Impossibile 5

Mission Impossible è arrivato ai confini della realtà. Forse è proprio quello che voleva realizzare Christopher McQuarrie dirigendo il quinto capitolo di una serie, che oramai non sa più cosa inventarsi. L'inossidabile Tom Cruise, questa volta dovrà vedersela con una fantomatica organizzazione chiamata "Il sindacato" (traduzione piuttosto farlocca?), da principio dovrà lavorare solitario, poi, poco per volta radunerà attorno a sé la solita squadra e insieme arriveranno a sbrogliare una matassa di intrigo che poco o nulla ha di intricato.
Nel primo tempo, avaro di emozioni, il bravo regista dei Soliti sospetti, mette insieme, con una certa maestria, situazioni già viste in altri film, tra inseguimenti, sparatorie, killer appostati, e soprattutto, "cattivi" che perdono improvvisamente la mira e sparano ovunque ma non sul bersaglio. E' solo così, che Ethan Hunt riesce a scampare a morte certa e continuare una missione impossibile che ha già un epilogo scritto.
Il secondo tempo un po' si riscatta, ma solo per farci vedere che i miracoli esistono seriamente, almeno nei film e a ribadire che Tom Cruise senza moto non va da nessuna parte. Gli enigmi che vengono accennati qua e là durante il film si sciolgono come neve al sole, tant'è che non ci si prende neppure la briga di dare spiegazioni sulle motivazioni per cui il terrorista di turno dovrebbe agire in quel modo così strampalato, disseminando morte ovunque. Ad affiancare il cinquantenne Tom è Rebecca Ferguson, agente dei servizi segreti inglese che fa il doppio gioco. Al contrario di quanto già visto negli altri episodi, tra i due non nasce nessuna relazione amorosa, e quando sembra stia per scoccare una scintilla, che potrebbe portare almeno ad un bacio, si getta subito acqua sul fuoco introducendo nuove movimentate scene che portano i due a separarsi. Solo sul finale, quando i due protagonisti si salutano con un casto abbraccio, lei prendendo coraggio lo guarda per un'ultima volta e accenna ad un "sai dove trovarmi".
Il film, malgrado metta tanta carne al fuoco, non decolla e in alcuni punti diventa pure un po' scontato e soporifero. Voto 5,5

lunedì 24 agosto 2015

La contessa Monik - ultima parte -

Il sole caloò prima del previsto quella sera, i cittadini, fiaccole in mano tentarono di raggiungere il maniero per appiccare il fuoco ma furono fermati da un branco piuttosto numeroso di lupi famelici, si difesero come meglio riuscirono e alla fine furono dispersi. Padre Griumill arrivò allo spiazzo antistante il portone d'ingresso della fortezza e si inginocchiò iniziando a pregare.
Hidalgo nel frattempo era riuscito a liberarsi di alcuni lupi che lo avevano circondato e altri li aveva dispersi senza bisogno di altro spargimento di sangue.
Il guerriero prese a salire il sentiero, sapeva che doveva raggiungere il prelato e insieme combattere Monik ma qualcosa in cuor suo, diceva il contrario, avrebbe dovuto fermare tutto questo e lasciar la cittadina al suo destino.
Il prete finì di recitare la preghiera, si alzò e mosse alcuni passi verso il portone che in quell'istante si spalancò. Una giovane donna vestita di rosso venne fuori e richiuse il portone alle sue spalle.
"Prete, pensi davvero di sconfiggermi?" chiese con voce sprezzante.
Padre Griumill alzò lo sguardo fissando la vampira "sono qui in nome della Sacra Inquisizione e ti comando di lasciare che io ti catturi. La clemenza della Sacra Romana Chiesa ti aiuterà a espiare i tuoi peccati".
La vampira avanzò di un passo e spalancò le fauci mostrando i lunghi canini, poi guardò il cielo. La luna piena era già alta e la sua luce biancastra illuminava il terreno proiettando ombre sinistre in ogni dove.
Hidalgo finalmente raggiunse la spianata davanti alla fortezza, guardo l'anziano uomo di chiesa e poi, per la prima volta, vide Monik, le sue gambe iniziarono a tremare vistosamente.
"Cosa ti succede?" chiese Padre Griumill distogliendo lo sguardo dalla donna e portandolo sulla sua guardia del corpo.
"Voi, voi non capite, io devo, devo..." visibilmente confuso Hidalgo non riuscì a terminare la frase.
La contessa aveva alzato le braccia e muoveva le dita delle mani come se stesse muovendo i fili di una marionetta invisibile.
Hidalgo, molto lentamente, portò la mano destra all'elsa della spada e la sguainò "io, io..." poi avanzò verso Padre Griumill che capì cosa stesse succedendo, guardò il guerriro e tirò fuori dalla tasca destra un crocefisso, lo tenne in alto e recitando una preghiera lo mostrò a Hidalgo che fermò immediatamente il suo incedere.
Il suo sguardo era completamente assente, girò la testa verso la ragazza che continuava a tenere le braccia alzate e a muovere freniticamente le dita di entrambe le mani.
Hidalgo riprese a camminare verso l'uomo di chiesa che a questo punto, vedendosi oramai raggiungo dalla marionetta della vampira, prese dalla tasca sinistra un'ampolla, la portò alla bocca e con i denti tolse il tappo di sughero, quindi, gettò il contenuto sull'uomo che oramai era a meno di un metro da lui.
L'acqua santa investì Hidalgo ed egli cadde a terra. La vampira, vedendo il proprio alleato inerme abbassò le braccia e corse verso il prete.
Padre Griumill si aspettava quella mossa e girandosi verso la contessa le gettò addosso il resto del contenuto dell'ampolla.
L'acqua santa questa volta non trovò il bersaglio e cadde a terra lasciando sul terreno una piccola pozza che fu subito assorbita.
Monik arrivò a portata del prete e lo gettò a terra con uno spintone. Padre Griumill cercò di divincolarsi dalla successiva stretta della donna, gli riuscì solo di appoggiare sulla fronte di Monik il crocefisso. La vampira urlò di dolore ma non lasciò la presa inchiodandola a terra.
Dietro di lei Hidalgo aveva ritrovato il senno e una volta rialzatosi andò in soccorso del prelato.
"Ora ti uccido" alzando la spada e poi calando la lama affilata sulla schiena di Monik.
La lama lacerò lo spesso manto rosso che la donna indossava e poi trafisse le carni della giovane, una macchia rosso vermiglio si allargò sul tessuto.
La vampira dovette mollare la presa, e dette due parole scomparve alla vista dei due uomini.
Hidalgo, alzò nuovamente la spada e tornò a calarla, ma la lama questa volta non incontrò nessun ostacolo e per poco non raggiunse la gamba del prelato che ancora era immobile sul terreno.
"Siete ferito?" chiese Hidalgo guardando Padre Griumill e allungando la mano destra per aiutarlo a rialzarsi.
L'inquisitore strinse la mano al soldato e faticosamente ritrovò lo stazionamento eretto. Era stanco e entrambe le braccia mostravano larghe e profonde lacerazioni.
"Ci è sfuggita" disse acido guardandosi attorno.
Poi sentì un leggero sbatter d'ali e vide una creatura scura planare sul guerriero e staccargli di netto la testa.
Il corpo mutilato di Hidalgo si inginocchiò e poi cadde sul terreno, mentre la testa iniziò a rotolare giù per il sentiero.
Il prete, visibilmente scosso, frugò nelle tasche e tirò nuori una seconda ampolla, la stappò e si preparò a colpire la creatura volante nel caso avesse tentato di attaccarlo.
Con la mancina prese un pugnale e iniziò ad agitarlo davanti a sé.
Monik, tramutata in pipistrello, dopo aver ucciso Hidalgo avrebbe voluto far fare la stessa fine anche all'uomo dichiesa, questo sarebbe stato di monito per tutti gli abitanti del villaggio e per gli uomini dell'Inquisizione che sarebbero venuti in futuro.
Volò in alto volteggiando sull'anziano, poi, quando le nuvole andarono a coprire la luna e tutt'in torno si fece buio si gettò sulla sua preda.
Padre Griumill vide per un istante quell'enorme topo volante venir verso di lui, alzò il pugnale per difendersi e quindi agitando la mano destra iniziò a far uscire l'acqua santa tutt'intorno.
Monik fu colpita solo da qualche schizzo del liquido e con una manovra lesta, riuscì a schivare un colpo casuale del coltello, poi avvicinandosi al prete vide il suo collo scoperto e lo morse.
Il sange del prelato, caldo e viscoso la rinfrancò ridandole le forze sufficienti per poter riprendere la forma umana.
La vampira, si staccò da quel bacio mortale e riprese le proprie sembianze esattamente alle spalle di Padre Griumill, poi lo costrinse a girarsi verso di lei e lo pugnalò al cuore.
L'anziano uomo dell'inquisizione già debole per il salasso subito poc'anzi si afflosciò a terra, prima di morire riuscì a dire solo due parole "altri verranno" poi spirò.
Monik, si inginocchiò davanti a Padre Griumill e dopo averne constatato la morte alzò l'abito scarlatto e tornò all'interno della sua fortezza. D'ora innanzi sarebbero stati giorni cupi, sarebbero arrivati altri, più agguerriti e più forti di colui che era stato mandato per primo. Questo lo sapeva e doveva solo prepararsi al peggio.  (Foto di Marco Elli) 

La regina d'inverno

La regina, dopo aver attraversato la foresta individuò un rifugio sicuro dove poter affrontare il suo inseguitore. Raggiunta l'ultima stanza, socchiuse gli occhi e iniziò a concentrarsi. Alcune foglie cadute sul pavimento iniziarono ad alzarsi come se nella stanza fosse entrata una folata di vento. L'uomo, fece il suo ingresso nella struttura, imbracciando il proprio fucile, aveva il compito di uccidere la donna.
Entrò nell'ultima stanza e la vide, austera nel suo abito lungo, aveva lo sguardo fisso su di lui e agitava le mani facendo danzare le foglie che si diressero verso l'umo colpendolo con violenza.
"Non osare avvicinarti" disse con voce rabbiosa.
Il killer a quelle parole si impietrì e un brivido gli percorse la schiena, per la prima volta in vita sua ebbe paura.
La regina abbassò le braccia lungo i fianchi e aprì la bocca soffiando su di lui che d'un tratto si trasformò in una statua completamente bianca e fredda.
"Dopo l'autunno, arriva l'inverno" poi rise e si allontanò soddisfatta.

Il vino fa buon sangue, e non solo...

Trovai questa tabella in una taverna del Millith, gestita da una ragazza molto spigliata. Mi accolse con un sorriso e mi stampò un bacio sulla fronte dicendo che era di buon auspicio. Poi mi rimpinzò con le migliori leccornie del territorio. A fine pranzo, fuori da quelle che furono le mie ordinazioni mi diede da bere un ultimo calice, un vino rosso molto speziato e fu allora che la vidi nella sua vera natura. Era una fata.


Tempo fugit...

Il sussegguirsi delle settimane rende difficile capire quali possano avere un'importanza diversa da quella appena passata, è così che bisogna fermarsi e ragionare su ciò che è stato e ciò che sarà, solo allora potremo dare un senso al tempo che ci sfugge tra le mani... Buona giornata

domenica 23 agosto 2015

Un detto nanico sempre attuale


Ora si che si ragiona


Buona domenica

Un giorno infausto per taluni, bellissimo per altri, solitamente tutto dipende dallo spirito con cui si affrontano, e non parlo del singolo giorno, ma anche della singola ora, percui, affrontare al meglio ogni cosa porta a non pensare se sia buona o cattiva, ma solo a viverla intensamente...