sabato 9 gennaio 2016

Cyberpunk - La droga cinese - Dodicesima parte -

Verso le 19,30 squillò il telefono di Giancarlo "pronto, qui hanno iniziato a caricare il camion, dovrebbe essere tutto come previsto, due auto e un camion".
Giancarlo chiuse la comunicazione senza nulla proferire all'apparecchio poi guardando i suoi soci "si balla".
Arrivati al parcheggio lo stuntman sul camion sembrava impaziente di partire, i tre uomini di Chiesi, in abito scuro rimasero sulla loro vettura, così fecero anche gli altri tre che erano venuti con un furgone.
Di lì a poco squillò nuovamente il telefono di Giancarlo.
"Brutte notizie, i camion sono due, non sono riuscito a capire cosa ci sia sul secondo mezzo pesante, state allerta".
"Pronti" disse Giancarlo chiudendo la comunicazione, poi avvicinandosi a Pierangelo "i camion sono due, passeranno presto da queste parti, tu sali con loro e vediamo di seguire il convoglio, il piano non cambia".
Pierangelo salendo sul furgone con gli uomini del magnate industriale "noi dovremo far strada, seguiremo il convoglio indicando i due camion e le auto che stavano passando proprio in quel momento.

Buongiorno!

Coinvolgere il meno possibile gli altri, a meno che non sia di stretta necessità o per futili motivi sui quali, un giorno, potrete ridere a crepapelle...

venerdì 8 gennaio 2016

Buongiorno!

Di tanto in tanto è bene rifugiarsi in un universo parallelo, un luogo tutto nostro dove poter ricaricare la nostra voglia di fare e disfare. Non è detto che dobbiamo andare soli, ma quando portate qualcuno in quel mondo state attenti, colui o colei che vi portate dietro, potrebbe alterare quella vostra piccola realtà e modificandola, distuggerla per sempre...

giovedì 7 gennaio 2016

Recensione - Il ponte delle spie

Spielberg fa un ottimo lavoro e cuce addosso a Tom Hanks il personaggio perfetto. Lui d'altronde ci aveva già fatto vedere di essere a suo agio in questi ruoli dove il buonismo deve trionfare ad ogni costo, vedi The Terminal. Tratto da una storia vera, il film scorre veloce e la trama si dipana, permettendo allo spettatore anche più esigente di apprezzarne la sceneggiatura, la fotografia e la situazione storica.
Tom Hanks, veste i panni di un avvocato assicurativo che suo malgrado viene coinvolto in un "traffico" di spie. Durante la guerra fredda un uomo viene arrestato con l'accusa di essere una spia russa e l'avvocato James Donovan è chiamato a difenderlo più per dimostrare l'efficienza e la correttezza del sistema giuridico americano che l'innocenza dell'uomo.
Nel medesimo periodo un pilota americano viene catturato dai russi, ed ecco che scatta la più classica delle situazioni, l'America rivuole il suo militare e la Russia il suo agente infiltrato.
L'avvocato, dopo aver svolto il suo lavoro di difensore egregiamente, verrà convocato per andare a Berlino Est e dettare le regole per fare lo scambio.
Lo scorcio di immagini della Berlino Est e della costruzione del muro, fanno da sfondo ad una vicenda carica di tensione, i personaggi che ruotano attorno a Tom Hanks riescono a mettere in risalto la sua determinazione nella buona riuscita della vicenda senza snaturare le vicende della guerra fredda vissuta in quegli anni. Voto 6,5

Buongiorno!

... servirebbe?

mercoledì 6 gennaio 2016

Lo scontro

La stazione della metropolitana a quell'ora era deserta, i convogli erano ormai fermi da tempo e i passeggeri avevano abbandonato la banchina e le scale di servizio.
C'era stato un via vai continuo di sirene quel giorno, e quando il nano era uscito dall'ufficio aveva un'idea precisa di cosa doveva cercare, i vampiri erano tornati.
Aveva indagato mesi prima su alcuni casi di vampirismo, e aveva incastrato la donna che si vantava di essere a capo di questo gruppo di fanatici che frequentando locali un po' alla moda abbordava i clienti più facoltosi e li dissanguava.
Le morti sospette erano state una decina, tutti corrispondevano all'identikit del bersaglio favorito, sano, ricco e annoiato.
Questa volta sembrava diversa, la chiamata era giunta inaspettata e anonima, certo doveva essere uno dei tanti informatori che Khellendrox pagava di tanto in tanto per tenere sotto controllo i bassifondi, ma ora, non si era qualificato in nessun modo e anzi, si era premurato di cambiare la voce con uno di quegli aggeggi elettronici che si potevano trovare a basso prezzo anche in un qualsiasi mercatino.
"Stazione sud, ragazza a terra" erano state le scarne parole che aveva ascoltato attraverso il cellulare, poi, aveva tentato di chiedere qualcosa ma aveva immediatamente sentito un click inequivocabile, telefonata interrotta.

Buongiorno!

La fine delle feste, la fine di ogni festa. Ne siete proprio sicuri?

martedì 5 gennaio 2016

L'auto del Khellendrox

Sapendo quanto foste curiosi, voglio mostrarvi in anteprima l'auto su cui si sposta il Khellendrox che potete leggere nelle storie Cyberpunk.

Buongiorno!

Ci eravamo illusi, viviamo a lungo e bene, al contrario siamo riusciti a vivere a lungo ma sempre peggio, andando a cercare il freddo per il letto e non contenti, continuando a cercarlo all'infinito, così che il nostro tempo "aggiunto" si è trasformato in un incubo...

lunedì 4 gennaio 2016

La sacerdotessa


La capanna era buia e dai braceri accesi saliva un fumo denso e acre. Al centro un uomo era sdraiato in terra e si contorceva lamentandosi a voce bassa, accanto a lui, una ragazza dal volto dipinto si muoveva ritmicamente muovendo le braccia e agitando le mani.
L'unica altra presenza all'interno della capanna era un ragazzino che seduto con le gambe incrociate batteva su un tamburo ritmicamente.
La sacerdotessa venne interrotta da un grido proveniente dall'esterno, un po' stizzita si chinò sul ferito e gli posò entrambe le mani sul petto, sussurrò alcune parole poi, guardando il ragazzino gli fece un gesto eloquente e lui obbidendo smise immediatamente di battere il tamburo.

Il milite crociato

Quando Khellendrox transitò con il suo Hammer davanti a casa trovò una brutta sorpresa, appoggiato al muro, vicino alla porta d'ingresso c'era un uomo non tanto alto vestito con una tuta mimetica visibilmente rinforzata, il volto coperto da una maschera antigas e imbracciava un fucile mitragliatore. Unico segno contraddistinguibile il simbolo inequivocabile che aveva sul petto, una croce rossa in campo bianco.
Il nano schiacciò l'acceleratore e percorse ancora qualche centinaia di metri finché trovò una via laterale sulla destra, entrò con il mezzo e parcheggiò a ridosso dle muro. Quando scese controllò che la via fosse ancora transitabile, poi, caricò il proprio fucile e lo nascose nella tasca laterale e prese a camminare lentamente verso casa.

Buongiorno!

L'attesa che l'evento prefissato si verifichi, sembra far fermare il tempo, tutto si dilata e spesso perdiamo dii vista l'evento che si verificherà di lì a poco...

domenica 3 gennaio 2016

Creature nel buio

La spedizione era partita nel pomeriggio e ora vagava nella foresta, il capitano si era avvicinato al nano e con voce tremante aveva certato di dissuaderlo a procedere.
"Mio sovrano, l'ora è tarda e le tenebre stanno inghiottendo a poco a poco la foresta, non sarebbe forse meglio ripiegare e riprendere le ricerche domattina?".
Khellendrox aveva guardato l'uomo con aria di superiorità, poi si era voltato a guardare la cozzaglia di soldati che aveva scelto personalmente, sembrò alzare le spalle, forse persuoso a interrompere ciò per cui si era inoltrato senza indugio in quell'intricato guazzabugio di rami e sentieri tortuosi, poi memore delle parole di Hirdwind aveva guardato nuovamente il capitano della piccola guarnigione "pensate che lady Hirdwind sarà soddisfatta quando rientreremo al castello con un pugno di mosche?" poi continuando e alzando la voce "avete forse paura del buio?"
Il soldato aveva abbassato il capo sospirando "certo che no".
"Allora proseguiamo" disse secco il nano e riprese a camminare sullo stretto sentiero.

Il cecchino...

All'alba il nano raggiunse la piccola collinetta. Il cielo iniziava a schiarirsi e la città, ancora sotto l'effetto soporifero della notte era avvolta da una coltre di nebbia e smog. Khellendrox guardò attraverso il mirino di precisione del suo fucile d'assalto, il suo compito era quello di individuare la finestra di un palazzo e sparare all'individuo che prima o poi si sarebbe affacciato.
"Bisogna avere pazienza e prima o poi il pesce passa" ricordando le parole che gli aveva detto suo padre durante una battuta di caccia qualche lustro prima sorrise tra sé e sé.
Girovagò con l'oculare e scandagliò palazzi e strade, poi tornò a mirare la finestra di Jack, le tapparelle blindate erano ancora abbassate, il nano a corto di pazienza sbuffò, staccò l'occhio dal cannocchiale posto sopra il fucile e respirò a fondo.

Buongiorno!

Gennaio si mostrò a me con grazia ed eleganza, balzando dall'alto, come fiocchi di neve si librò nell'aria e poi mi schiantò a terra. Enorme e potente mi tolse il fiato mentre con gli artigli cercò di bloccarmi al suolo...