domenica 12 febbraio 2017

Le quattro lapidi

Le acque del lago erano calme e dal colore sembravano essere limacciose e quasi viscose, d'un tratto una leggera increspatura probabilmente dovuta al vento che soffiava da nord, formò delle piccole onde che crearono piccoli mulinelli d'acqua scura.

I quattro uomini, giunti di lì a poco si guardarono attorno cercando il barcaiolo, il più piccolo di loro, nervoso per l'accaduto ancora fresco nella sua mente girò il cavallo dando la schiena allo specchio d'acqua e restando inocato a guardare il sentiero da dove erano arrivati.
"Non arriveranno, stai tranquillo" disse Peter cercando di rincuorare il ragazzo.
"Forse hai ragione, ma hanno fame, lo si leggeva chiaro nei loro occhi e nelle bocche contorte mentre digrignavano i denti al nostro indirizzo".
Gregory finalmente scorse il barcaiolo, sulla piccola chiatta stava tornando da chissà dove con la flemma di chi deve arrivare a sera e non ha nulla che lo aspetti.
Peter incalzato da Gregory iniziò a sbracciarsi per attirare l'attenzione dell'ometto che remava lentamente.
Passò una buona mezz'ora prima che i quattro stranieri potessero parlare con il barcaiolo che nel frattempo, pur avendoli visti non aveva affatto acceleratò il suo ritorno a riva.
"Buon pomeriggio" si limitò a dire.
"Dovremmo arrivare all'isola" indicando il lembo di terra che si intravedeva nella foschia serale "naturalmente prima che faccia notte" aggiunse Boffo che non aveva ancora detto una parola da quando erano scampati al pericolo.
Sul viso del barcaiolo si dipinse un'espressione divertita, alzò le spalle e indicò la chiatta "dovrete privarvi dei cavalli".
Gli uomini approcciarono una sommaria protesta pur sapendo che l'imbarcazione non era adatta al trasporto di animali non avendo nessun appiglio dove legarli.
"E dove li lasciamo? Non penserete che..." tentò di protestare Gregory
"Ci penserà Sofy" tagliò corto l'anziano barcaiolo.
Ivlik guardò l'uomo con aria interrogativa ma dalla sua bocca non uscì un fiato.
"Salite, sù, non c'è tempo per indugiare oltre".
Scesi da cavallo presero le bisacce e in fila indiana percorsero il breve molo salendo in fine sulla chiatta che al sopraggiungere del loro peso iniziò a ballonzolare.
Il barcaiolo prese a remare restando a prua mentre i tre si sedettero silenziosi guardando il panorama piatto e nebbioso.
"Cosa vi porta all'Isla Bendet?" chiese l'anziano rompendo la magia del silenzio.
"Aff..." si affrettò a rispondere Peter interrotto da Ivlik "... un realtà si tratta di una ricerca".
Il barcaiolo smise per un attimo di remare guardò il più giovane dei tre e umettandosi con la lingua le labra secche disse sottovoce "spero non si tratti della leggeda delle tre lapidi".
Gregory tentò di smorzare la conversazione deviandola su altro "è da molto che siete di corvée su questa sponda del lago?".
Il barcaiolo riprese a remare, poi, alzando gli occhi al cielo come se stesse calcolando il tempo trascorso disse "devono essere una mezza dozzina di lustri".
Il viaggio procedeva lentamente e tutt'intorno il paesaggio ben presto si confuse tra la nebbia e il buio che erano sopraggiunti.
Ivlik guardando la riva da dove erano partiti vide una figura snella e piuttosto alta avvicinarsi ai cavalli e poi, insieme a loro, scomparve nella bruma che iniziava a salire dal terreno brullo.
Prima che il buio potesse avvolgerli completamente il barcaiolo accese una grossa lanterna che appese vicino a lui, quindi, improvvisamente alzò il braccio destro indicando un punto imprecisato del lago "eccole!"
I passeggeri aguzzarono la vista nella direzione indicata e videro le quattro lapidi di cui parlava la leggenda. Sbucate dall'acqua all'improvviso sembravano attendere loro.


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