sabato 18 febbraio 2017

Una viaggiatrice insolita

Il progetto era rimasto segreto fino all'ultimo, e nel laboratorio si palpava un certo nervosismo, fino ad allora erano stati fatti tentativi di vario genere ma nella grande cupola non era mai stato entrato un uomo.

Mark guardò il suo assistente seduto ad una scrivania ingombra di fogli malamente impilati, poi guardò la cupola di vetro opaco sotto la quale si era seduta non troppo comodamente Miraslowa.
Il chiacchiericcio di tutti i presenti in sala si spense poco a poco quando un altoparlante iniziò perentorio il countdown che portò inesorabilmente all'inizio dell'esperimento.
Mark, che aveva tenuto gli occhi sulla donna sotto la cupola, tornò a guardare Abel, i due non si scambiarono neppure una parola ma una volta che la voce raggiunse lo zero il tecnico pigiò con furia sulla tastiera e di lì a pochi istanti dalla cupola si sprigionò una luce azzurrina e Miraslowa scomparve.
Mark attese solo pochi istanti, poi sedendosi ad una scrivania vuota prese il microfono e tentò di contattare la viaggiatrice.
"Mira, Mira, mi senti?"
Dall'altoparlante uscirono alcuni suoni gracchianti seguiti da un lungo silenzio e infine giunse la voce flebile della donna "ti sento".
Curioso Mark tempestò la donna di una sequela di domande piuttosto banali ma utili per conoscere la situazione così come la stava vivendo la viaggiatrice.
Prima che arrivassero le risposte ci volle qualche secondo che per i presenti nella grande sala sembrarono anni.
"Mi avete spedito in riva al mare, potrei dire con certezza che il sole sta tramontando" poi attese qualche istante prima di continuare "l'aria sembra piuttosto inquinata e ho dovuto accendere la luce del casco per poter vedere cosa c'è intorno a me. Posso dirvi che non c'è anima viva e anche la vegetazione sembra morta".
Mentre Mark stava formulando la prossima sfilza di domande a Miraslowa nella sala entrò una donna alta dalla pelle olivastra, il corpo sinuoso era fasciato da un vestito lungo e stretto, scoccò un'occhiataccia a Mark e si sedette al suo fianco aspettando che l'uomo terminasse la domanda.
Miraslowa rispose diligentemente anche alle ultime domande "... raccolgo qualche campione e rientro".
"Quindi?" chiese Olivia a Mark "aggiornami".
"Non so granché, c'è sfasamento di orario, è in riva al mare e l'inquinamento non permette di togliere la tuta. Raccoglierà dei campioni poi la faremo rientrare".
Olivia assentì col capo e attese la conferma di Miraslowa dell'avvenuta raccolta dei campioni.
"Camp... racc..."
"Ripeti, ti stiamo perdendo" disse Mark urlando nel microfono.
Dall'altoparlante non giunse alcun suono e così Mark guardò Abel "falla tornare per amor del cielo, falla tornare".
Abel si diede da fare, digitando sulla tastiera le coordinate e i comandi del rientro, quando premette l'ultimo tasto tutti, nessuno escluso guardò la piattaforma dove solo un quarto d'ora prima c'era la cupola.
Il bagliore azzurrino che aveva accompagnato il viaggio di andata della Miraslowa tornò ad abbagliare i presenti, tutti trattennero il fiato e quando il bagliore si spense restarono ammutoliti e sgomenti, la cupola era desolatamente vuota.
Miraslowa era perduta, chissà dove, ora iniziava la sua avventura e nella sala un lavoro completamente diverso, raccolta dati e ricerca accompagnata da speranza. #viaggi #tempo #spazio

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